Marco “Paso” Pasini (For The Kidsxxx): una delle interviste più oneste e di cuore che leggerete.

Marco Pasini è noto a tutti come Paso. Il suo forte accento romagnolo non traspare dalle parole scritte nel suo blog “For The Kids“; quello è prerogativa delle belle chiacchierate e dei divertenti scambi di battute che potreste fare con lui incontrandolo a qualche concerto. E credetemi, l’ipotesi di incontrarlo è tutt’altro che remota: Paso segue miriadi di band, ascolta montagne di dischi e ne sa a pacchi sull’hardcore e anche sulla vita in generale.
Di solito è lui che intervista. Ora diventa l’intervistato sul Blog di Epidemic Records. Sono estramamente contento di condividerla con voi. Un’intervista genuina, sincera, senza pose, carica e interessante. Proprio come è il Paso. Buona lettura!

Chi è Marco Pasini detto “Paso” e cos’è For The Kids?

Marco Pasini è un trentasettenne che vive a Cesena, in Romagna. Lavora come corriere presso un laboratorio di isto-patologia ormai da nove anni, e prima di trovare questo impiego ha fatto di tutto, dal vendere dischi (il nome For The Kids viene da li), il grafico, l’addetto in un servizio di televigilanza, l’operaio per allestire un negozio di ferramenta in un centro commerciale attaccato a casa (che poi è miseramente fallito), il commesso/grafico/tuttofare in uno skate shop di Rimini (miseramente fallito pure questo, ma avevo abbandonato la barca già da un pezzo), il corriere addetto al trasporto sangue/ferri sterili per un’agenzia di trasporti di Cesena che lavora con il locale ospedale, l’universitario e poi… Mi sembra basta, ehehe! In mezzo a tutto ciò ho viaggiato un po’ per il mondo, ho visto tonnellate di concerti, conosciuto persona interessanti e non, insomma mi sono divertito molto. Divertimento che continua ancora oggi, ma in formato “più maturo” diciamo. D’altronde rispetto a dieci anni fa sono molto cambiato, ed è giusto che sia così. Per ciò che riguarda il mio blog, For The Kids, il tutto è partito nell’inverno del 2012, quando complice una nevicata che oserei dire maestosa, mi sono praticamente trovato bloccato in casa per due settimane. Una mattina mi alzo, e dopo essermi lavato i denti, mi si accende la lampadina e penso: “Perchè non mettere in pratica quel progettino che ti frulla da tanto tempo per la testa, invece di sciropparti per la ventesima volta le repliche dell’A-Team?” Detto fatto, ho cominciato. All’inizio il discorso sarebbe dovuto essere stato circoscritto solo ed esclusivamente agli anni ’90, visto che li ho vissuti direttamente e per me sono e saranno irripetibili. Poi progressivamente ho deciso di allargare il discorso anche ai giorni nostri, visto che tutt’ora seguo assiduamente la scena. Ad oggi For The Kids conta oltre 158.000 accessi con oltre 550 post. Non male direi, per un blog nato senza troppe pretese. Sembra che venga apprezzato in giro e questo mi fa un immenso piacere.

Hai scritto altrove prima di For The Kids? Collabori attualmente con altri siti e fanzine?

Prima di For The Kids ho scritto per il catalogo merchandise di Negative, dove addirittura venivo pagato, ahaha! Esperienza molto divertente, nata quasi per caso quando venni contattato dal loro staff. Forse impressionati dai miei ordini, ahaha! Ora scrivo per Salad Days e New Noise, e per me è un onore. Per me scrivere di musica è rilassante e allo stesso tempo mi permette di ampliare i miei ascolti. Poi il fatto che ora ti mandino solo promo pack con info, cover, foto ed mp3 è per me una cosa meravigliosa. In passato mi giungevano cariolate di cd, e quasi tutti li ho regalati, ahaha!

Ormai possiamo dire che il dibattito Fanzine vs Webzine sia pressoché concluso. Eppure la carta stampata ha sempre un suo fascino. Ci sono fanzine (o riviste) che escono tuttora che consiglieresti?

Non credo sai che il dibattito sia concluso. Magari in Italia lo è, visto che purtroppo pure in campo hardcore non è che siamo proprio delle cime, ahaha! Personalmente cerco di arraffare più fanzine che posso. L’ultima che ho letto è “Lungidame”, veramente ben fatta e molto profonda. Poi come non ricordare Porro ‘zine, forse l’ultimo baluardo in questo paese di intendere l’hardcore, travalicando l’hardcore stesso, ehehe! Le fanzine sono l’ossatura del punk hardcore, un po’ come i posti piccoli e claustrofobici. L’hardcore è partito con esse, e ha le sue radici li. Oggi ci sono un sacco di webzine, ma che cosa mi rappresentano? Domande spesso banali, recensioni con termini altisonanti ma che stringi stringi sono lo zero assoluto. In più, molto spesso, chi le fa è mosso solo dalla possibilità di scroccare materiale promo e magari chiede di essere messo in lista ad un concerto in cui si pagano cinque euro di ingresso. Mi riservo almeno un paio di ore a settimana per scandagliarle, e devo ammettere che la qualità è davvero bassa (non che For The Kids sia questo granche’, ahaha!). Due blog che mi piacciono molto sono xUndisputed Attitudex e XanarcoXedgeX, poi la storica Thrashmaniac (ciao Pius!). Per ritornare al discorso di prima: per me non ha senso paragonare una webzine ad una fanzine. Anche se la matrice è sempre quella, ci sono molte differenze (bella scoperta, direte voi, ahaha!). Sono sempre a favore di queste ultime: l’odore della carta, quelle belle paginone magari realizzate con il cut and paste, quelle belle foto fotocopiate, quegli artwork così creativi. Semplicemente sublime.

Spesso, anche facendo il paragone con altri Paesi in cui le cose sono più sviluppate e strutturate, ho l’impressione che in Italia manchino le connessioni tra la scena più underground e un certo pubblico comunque interessato o potenzialmente interessato, permettendo a band, etichette, organizzatori di concerti, di raggiungere solo una nicchia ristretta, spesso costituita in gran parte dagli “addetti ai lavori” stessi. Cosa manca nel circuito hardcore / punk italiano per poter riuscire a creare una valida alternativa al mainstream, secondo logiche DIY, ma comunque efficace, che possa aiutare l’underground (nella fattispecie l’hardcore e il punk) a crescere?

Manca la mentalità, ahaha! Siamo un paese di mediocri, e questa mediocrità si riflette pure nell’hardcore. Il problema è che alla stragrande maggioranza di chi per esempio va a vedere i Sick Of It All non gliene frega un tubo della fanzine fotocopiata o della tape in cinquanta copie. Sta tutto lì. Brutto da dire, ma è la pura verità. Il pubblico italiano è molto superficiale e vuole tutto e subito, senza cercare di scavare un po’ più a fondo. Secondo te, perche’ in Italia c’è stata l’espolosione del metal core, con concerti stipati gente? Perchè quella è musica che non necessita di approfondimento alcuno. L’unica cosa che devi fare è scegliere la maglietta con l’artwork più osceno e sei a posto, ahaha! L’hardcore, per come lo intendo, necessita grande spirito di pazienza e di buona volontà per essere sviscerato. Non ci si può fermare solo al lato puramente estetico/musicale. Il metal core (ma anche il punk rock) hanno spopolato perche’ non necessitano di molto per essere compresi. Vai al concerto, ti stappi la tua bella birra, poghi (o ti cimenti in una simil violent dancing), compri la magliette e torni a casa. L’unica cosa che ti è rimasta è l’hangover se hai esagerato troppo con la suddetta birra, oppure la gola asciutta se hai limonato, ahahah! Penso che in Italia il picco massimo di crescita dell’hardcore do it yourself l’abbiamo raggiunto. Picco molto basso rispetto ad altri paesi, ma è pur sempre un risultato. Ora bisogna fare in modo di mantenerlo, anche se è dura. Comunque il tutto si riduce ad una differente cultura: negli altri paesi europei secondo me c’è ancora voglia di scoprire, nel nostro paese ci si accontenta e basta.

Paso (dx) in compagnia di Alessio (Assurd Records).
Paso (dx) in compagnia di Alessio (Assurd Records).

Parliamo un po’ di te: sei noto per essere un grande collezionista di dischi in vinile. Acquisti anche CD? Scarichi musica digitale a pagamento?

Premetto: non mi considero un collezionista di dischi. Sono semplicemente una persona a cui piace comprare questi pezzi di plastica (meglio se colorati), ascoltarli, leggerne i testi e ammirarne la grafica. Li acquisto solo ed esclusivamente nel circuito do it yourself (tranne qualche eccezione, ma nessuno è perfetto, ahaha!) proprio perche’, per me, sono più che semplici pezzi di plastica. Dietro ad ogni vinile che recupero dal circuito hardcore c’è la passione, la dedizione ed anche un pizzico di incoscienza nell’averlo prodotto. Mi piace pensare di portare a casa qualcosa di unico, quasi fosse un piccolo segreto. Sui vinili sono un gran sentimentale, mi piace studiarli approfonditamente e capirne tutti i dettagli che lo compongono. No, mai acquistato musica digitale a pagamento. Un po’ perche’ preferisco acquistare il supporto “reale”, un po’ pe

rche’ scarico pochissimo e ascolto quasi tutto in streaming tramite Bandcamp o Spotify.

For The Kids pubblica spesso recensioni e notizie relative a nuove band e nuove uscite. Ti è mai capitato di dover declinare alcune richieste? Con quali motivazioni?

Molto più spesso di quello che mi piacerebbe credere, ahah! Proprio oggi ho ricevuto una email nel quale mi si chiedeva di pubblicare il comunicato stampa di un gruppo reggae, ahaha! Questo accade perchè vedono che l’email è collegata ad un blog, non leggono di cosa il blog tratta, e ti inondano di comunicati. Molto spesso non ho pubblicato news perchè provenienti da realtà mandate avanti da personaggi che non mi stanno particolarmente simpatici (che però insistono). Questo ovviamente riguarda anche il discorso recensioni. Ma il top lo raggiungo quando i gruppi mi contattano e mi chiedono di essere intervistati. Sinceramente a quei livelli non ci sono ancora giunto, ma ci sto lavorando, ahaha!

Perchè qualcuno dovrebbe visitare For The Kids? Cosa offre rispetto ad altri siti o webzine? Possiamo dire che sia uno dei pochi siti italiani a trattare esclusivamente di hardcore; hai mai pensato di svilupparlo per coprire ancora di più questo genere?

For The Kids offre la genuinità e la semplicità di me stesso, tutto qui. Niente paroloni, niente giudizi, niente pose da rockstar. Solo tanta passione e concretezza. Non mi vedrai mai elemosinare per avere un promo o un accredito per un concerto. Questo lo lascio a chi gli piace la formula del “regalino”, ahah! For The Kids offre magari delle interviste molto approfondite, che cercano di scavare il più a fondo possibile. Domande molto mirate e precise, spesso anche difficili (come mi è stato più volte detto, eheheh!). Ne leggo parecchie di interviste, e quasi mai soddisfano la mia morbosa curosità, ahaha! Sì, tratto quasi esclusivamente di hardcore, perchè mi viene più congeniale. Comunque ultimamente sono passate anche band stoner, psichedeliche, visto che ascolto anche quei generi li. In futuro cercherò di allargare il più possibile il range dei generi trattati, sempre rimanendo in campo estremo. Sai, come nella mia vita del resto, io credo di aver completato il cerchio magico dell’esistenza. Non credo che vorrò allargare il blog più di così. Per me è una sorta di diario, in cui posto ciò che mi piace supportare. Non mi va di finire come quei mega portali punk hardcore o metal che pur di fare venti click in più, pubblicano per l’ennesima volta il fatto che le dichiarazioni di Dave Mustaine sul fatto che nel 1983 è stato cacciato dai Metallica, ahaha!

Ti ricordi Save Your Scene? E Sceneboot? Raccontaci qualcosa di divertente successo su entrambe le board. I ragazzini di oggi non sapranno mai cosa si sono persi!

Me li ricordo sì! Quanta imbecillità concentrata in centinaia di post. Cosa è rimasto di tutto ciò? Il nulla più totale, ahaha! Anche perchè la stragrande maggioranza di quei soggetti si è dissolta nelle nebbie, ahaha! Guarda, io più che altro ero spettatore e non ho quasi mai preso parte alla cosa. Credo anche di aver rimosso tutto, ahaha! Comunque mi ricordo i post sul concerto degli Zao a Pisa, la diatriba sui fantomatici soldi gabbati da esponenti di Save Your Scene dopo un concerto da loro organizzato, prontamente ridicolizzati in un video degli Headed Nowhere… Comunque tu dimentichi Milano Messageboard, altro crogiolo di finissimi intellettuali, ahaha! (è vero, l’avevo rimossa, forse per tutela delle mie facoltà mentali! NdGab)

Paso (al centro) con Marcella (End Of A Season / Gufonero) e Alessio (sulla destra, Assurd Records)
Paso (al centro) con Marcella (End Of A Season / Gufonero) e Alessio (sulla destra, Assurd Records)

Penso sia innegabile parlare di svuotamento di contenuti nell’hardcore. A cosa pensi sia dovuto? Credi che ci sia ancora spazio per l’hardcore come ambiente in cui poter apprendere e approfondire, soprattutto per i più giovani, certe tematiche oppure è da considerare alla pari di altri generi ormai del tutto appiattiti?

Guarda, io da questo punto di vista sono molto amareggiato lo ammetto. Ormai l’hardcore è solo una vetrina in molti casi, in cui si fa la “passerella” per vedere chi è il più figo, in cui ha preso piede anche una certa attitudine da metallaro che non mi piace per niente. L’animalismo è una tematica quasi scomparsa, anzi molto spesso c’è gente che mi dice: “Ma come, sei ancora vegan?”, ed io gli rispondo: “Certo citrullo, lo faccio anche per distinguermi da personaggi come te!”, ahahah! Lo straight edge poi non ne parliamo, ormai sembra una cosa preistorica e da bacchettoni. Il problema, caro Gab, è che in Italia c’è troppa gente che apre la bocca solo per darle fiato. Gente che fino all’altro giorno ascoltava nu metal e immondizia varia, che ora si erge a baluardo di conoscenza e saggezza. Pittoreschi personaggi che danno giudizi, che esprimono in maniera arrogante le loro argomentazioni. Io, nel mio piccolo, vi consiglio di farvi una bella doccia di umiltà e di pensarci bene prima di aprire la bocca. Però, c’è sempre un però. Credo ancora che il vero hardcore, quello fatto di posti piccoli, magliette e dischi autoprodotti, strumentazione sgangherata, discorsi fra un pezzo e l’altro esista ancora. E’ piccolo, si vede poco, ma c’è. Sì, è ancora un ambiente dove (come dicevo più su) chi ha la pazienza, può approfondire, cercare di utilizzarlo come lente per guardare questo mondo ormai al collasso più totale. Il soffermarsi a leggere quello che c’è scritto su un poster appeso nella sala concerti dove ti appresti a vedere una band, il prendere in mano un volantino, lo sfogliare un libro messo a disposizione dai ragazzi del posto perchè tu possa magari capire il dramma del popolo curdo, ecc. ecc. Questo per me è hardcore. L’hardcore non è solo vinili e magliette, ma è soprattutto l’attitudine che hai nel fare le cose. Hardcore vuol dire informarsi, cercare di capire. Rendersi conto che non è bello avere soggetti ai concerti che vengono solo per far male, oppure gente che ha comportamenti razzisti e sessisti. Se non ce l’hai, puoi dire “Io ascolto hardcore” ma la cosa finisce li.

Una domanda d’obbligo: parlaci del famoso “Yo del Paso”, ormai diventata la tua firma.

Lo “Yo” viene da Jovanotti del periodo anni ’80, quello vestito da scemo con il suo finto rap made in Claudio Cecchetto. Un grande idiota, ma un grande idiota intelligente, che ha saputo vendersi molto bene. Mi ricordo che possedevo pure il cappellino con la scritta “Yo” vinto con le merendine e la maglietta “E’ Qui La Festa?” comprata in un negozio di carabattole in centro a Cesena. Ora Jovanotti per me è solo un grande demente, che fa pessima musica. La faceva pure prima, ma almeno mi faceva ridere. Ora mi fa venire il latte di soia alle ginocchia, ahaha!

Hai carta bianca per dire ciò che vuoi. Grazie per la tua saggezza Paso! Posso dire Yo? Yo!

Prima di tutto molte grazie per l’ospitalità, Gab. E’ stato un onore e un privilegio essere ospite nel tuo blog. Tu sei la prova, che pure in una scena hardcore come la nostra (molto spesso preda di “small man, big mouth”), si possono fare le cose con professionalità ed etica. Volevo salutare e ringraziare: Ale e Paolo Assurd Records, Matteo e Grindpromotion, Mirco Here & Now, Mila, Koppa e Ste Agipunk, Marcella e i Gufonero, Marzia (Kontatto, Ancient Cult, Doxie, ecc. ecc.), Marco Voltani, Giangiacomo De Stefano, Nicholas Salata, il Bocha, Gianluca e Vittorio del Freakout, Casa, Franco Bacchini, Priz, Stefi, Siege Stompers, Chains, Venezia Hc Crew, e tutti gli amici ed amiche che conosco del giro. Ringrazio poi tutti quei soggetti che con i loro comportamenti mi fanno fare delle grosse risate. Non deludetemi mai. Yo!

Info:
Blog: http://forthekidsxxx.blogspot.it/
E-mail: forthekidsxxx(at)yahoo.it
Facebook: XforthekidsX
Facebook: marcoXpasini

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